WHV: Cosa succede se lavoro più di 3 mesi presso lo stesso datore di lavoro?

Questo post è da intendersi puramente come un’interpretazione delle informazioni reperibili in rete.

Se si vuole un’informazione CERTA, la fonte ultima rimane sempre Immigration New Zealand o un Immigration Adviser licensed.

“Non è possibile lavorare per uno stesso datore di lavoro per più di 3 mesi”.
Questa è una delle condizioni del visto: “you don’t work for more than 3 months for any one employer”.
http://www.immigration.govt.nz/new-zealand-visas/apply-for-a-visa/visa-factsheet/conditions/italy-working-holiday-visa

Lavorare per più di 3 mesi è una violazione delle condizioni del WHV e può comportare diverse conseguenze tra cui la drastica limitazione della permanenza in Nuova Zelanda (deportazione) e futuri ritorni e/o il rilascio di futuri visti e/o l’annullamento di quelli già in possesso.
http://www.immigration.govt.nz/documents/ops-manual/compliance.pdf

“A temporary entry class visa holder is liable for deportation if the Minister or an immigration officer determines that there is sufficient reason to deport them.”

“Sufficient reason includes but is not limited to: breach of conditions of the person’s visa”.

Sono previste conseguenze anche per il datori di lavoro:
http://www.immigration.govt.nz/employ-migrants/explore-your-options/your-responsibilities-obligations/law-immigration-employment/offering-job-migrant

“The maximum penalty for allowing or continuing to allow a foreign national to work while knowing that person is not entitled to is a fine of NZD $50,000.”

“Employers cannot Say “I didn’t know they didn’t have a valid visa to work in New Zealand” – it is legally your responsibility to check all your staff can legally work in New Zealand – use Visa View”

Nota: il fatto che possano non accorgersi tempestivamente che ci sia stata una violazione del visto non vuol dire che, una volta concesso un nuovo visto di lavoro o la residenza, oppure una volta lasciata la NZ (salvo poi tornarci), si sia salvi.

Fai attenzione a chi dice “tranquillo, io l’ho fatto a me non è successo nulla”, ci sono esperienze di WHV italiani e non ai quali invece è stato chiesto di darne conto.